lunes, 24 de agosto de 2015

La straordinaria Evita Peron nel romanzo

La straordinaria Evita Peron nel romanzo
targato Salerno
La casa editrice Oedipus ha già presentato il volume a Venezia e Milano
Nel testo di Liliana Bellone importante lavoro del traduttore Saul M. Forte

31 dicembre 2014
SALERNO. Una donna così bella da risultare perfetta per le fotografie, una pasionaria sempre pronta a scendere in campo per il popolo, donna impegnata nel privato e figura pubblica di primo piano, amata e odiata, conosciuta e mitizzata. Tutti aspetti della figura poliedrica di María Eva Duarte de Perón, da tutti conosciuta con l’affettuoso diminutivo spagnolo di Evita. Fu attrice, attivista politica, sindacalista e filantropa, nonché seconda moglie del presidente Juan Domingo Perón e first lady dell'Argentina dal 1946 fino alla precoce morte nel 1952, quando fu stroncata da un tumore a soli 33 anni. Anche se venerata nella sua terra come una santa laica, ci sono ancora lati oscuri, enigmatici, malinconici e sfuggenti del suo carattere e della sua vita mai pianamente indagati. Prova a farlo ora la scrittrice Liliana Bellone, nel romanzo “Eva Peron – allieva di Nervo”. Prima di giungere nelle librerie il testo – pubblicato dalla casa editrice salernitana Oèdipus - è stato presentato a Venezia, per iniziativa dell’Università Ca’ Foscari e durante l’ultima edizione di BookCity di Milano. Difficile definire il romanzo di Bellone che è un’apprezzata poetessa argentina e che, come tale, ha intriso storia, biografia e prosa romanzesca di un sottile velo poetico. Nell’intreccio si struttura un romanzo polifonico a più voci, dove diversi comprimari danno una loro descrizione dell’eroina. Ciascuno racconta la Eva che ha conosciuto e attraverso di lei narra l’Argentina di quegli anni, i sogni dei descamisados e gli intrighi del potere. Non poteva mancare la voce della stessa protagonista, tra struggenti ricordi dell’infanzia nel paese povero di Los Toldos, le ispirazioni di attrice e rivoluzionaria e gli aspetti estetico-poetici, come dal titolo del libro che si richiama all’influsso del grande poeta Amado Nervo. Di fatto, dal punto di vista lirico il romanzo della Bellone è un fitto intreccio di citazioni poetiche e il lavoro del traduttore Saul M. Forte – salernitano anche lui – non è stato certo facile, avendo dovuto portare in lingua italiana una piccola antologia di versi sparsi e affascinanti richiami testuali, che farciscono un romanzo sempre sospeso sul confine del realismo mágico tipicamente sudamericano. Scrive nell’introduzione Rosa Maria Grillo: “L’editoria italiana non è stata avara in pubblicazioni su Eva Perón, ma mancava un romanzo che volutamente si allontanasse dalle strettoie del giornalismo e potesse restituire al personaggio Eva Perón quella dimensione romanzesca che la sua vita, e ancor più la sua morte, le avevano cucito addosso”.
Paolo Romano
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La straordinaria Evita Peron nel romanzo
targato Salerno
La casa editrice Oedipus ha già presentato il volume a Venezia e Milano
Nel testo di Liliana Bellone importante lavoro del traduttore Saul M. Forte
ATTIVA

Storie di donne, letteratura di genere/ 52 – Di Luciana Grillo
04/03/2015
Liliana Bellone, Eva Perón, allieva di Nervo – Non è una semplice biografia, né un romanzo, ma un «esemplare testo polifonico»
Titolo: Eva Perón, allieva di Nervo
Autrice: Bellone Liliana

Editore: Oêdipus
Pagine: 184, brossura

Pubblicato: 14 novembre 2014
Prezzo di copertina: € 12,50

Questo ennesimo tributo a Eva Perón è certamente molto originale nella sua struttura: non è infatti semplicemente una biografia, né un romanzo, ma un «esemplare testo polifonico» in cui si incrociano monologhi, testi teatrali, citazioni poetiche, memorie letterarie: al centro, una sarabanda di numeri che creano una sorta di mappa in cui ritroviamo il 4 e i suoi multipli, il 3 e ricordi danteschi, fino alla conclusione che i numeri pari riguardano Peròn, i dispari Evita.
In sostanza, il destino di Eva è segnato da una mappa numerologica per cui si è invitati a pensare che la vita breve ma intensa di questa giovane donna sia il prodotto di una serie di fatti ai quali mai sarebbe stato possibile sfuggire.
Basti pensare che Eva nacque il 24 giugno, lo stesso giorno in cui, qualche anno dopo, in un incidente aereo sarebbe morto Carlo Gardèl; che conobbe Peròn - nato l’8 ottobre - il 22 gennaio del 1944; che lo sposò il 22 ottobre; che suo padre morì l’8 gennaio.
Insomma, il 4, la sua metà e il suo doppio ritornano continuamente nella vita di Eva Duarte.
E nella sua morte: le orchidee che accompagnarono la bara di Eva formavano un nastro di 8 metri, il 16 maggio fu il giorno del funerale, il corpo trafugato fu poi restituito a Peròn il 4 settembre…

Alle apparizioni di Evita – bambina, attrice, annunciatrice radiofonica, difensora degli oppressi, sposa amata di Peròn, figlia di Juana e di un padre da «condividere» con altre figlie di un’altra moglie – fa da sfondo un’Argentina vivace, soprattutto campeggia Buenos Aires, che Eva attraversa con leggerezza, ora per andare a recitare in teatro, ora per incontrare sindacalisti e operai, o poeti.
Altro aspetto che rende interessante e originale questo libro, è la presenza «sotterranea» del poeta Amado Nervo, che Evita ha imparato ad amare dai tempi della scuola, quando era invitata a declamarne i versi.
Ci sono versi che ritroviamo, come un ritornello delle canzoni popolari:
«Oramai per sempre esclusa / Dalla odiata vecchiaia…»
Fin da bambina, Eva fu sfiorata dalla morte, ad esempio quando si bruciò con olio bollente; ma da quella terribile esperienza, la pelle di Eva si rinnovò completamente e diventò la sua famosa “pelle di madreperla”.
Eva e Juan Peròn si amarono intensamente, una volta l’uomo, ben più maturo di lei, la rincorse nelle strette vie del centro di Buenos Aires «come un adolescente… La seguì tra gli edifici e il tempo. L’amore non è tanto semplice e gli appartengono fughe e incontri…»

Così procede questa speciale biografia, con voci narranti diverse che si intrecciano e sovrappongono: parla la madre, chiama Cholita la sua bimba, ne ricorda l’infanzia, i giochi, la incredibile magrezza; racconta la stessa Eva, rivive il suo passato, rievoca la nonna Petronia, le sorelle, l’amato fratellino Juancito… e poi compare il misterioso Joaquìn De Genaro che ce la descrive giovanissima attrice, vibrante rivoluzionaria impegnata a frequentare sia i centri culturali bohèmien che i circoli sindacali.
A proposito di Joaquin, l’autrice – poetessa, scrittrice e saggista argentina, di origini piemontesi – avverte che lo conobbe «in una antica libreria della Avenida de Mayo, in uno di quei pomeriggi malinconicamente autunnali, propri di Buenos Aires… Recitava a memoria le poesie di Nervo, Darìo e Lugones… mi lasciò leggere alcuni suoi testi intrisi di ciò che definirei come romantico delirio, nei quali alludeva ad una sua relazione con Evita… Ora, trascorsi alcuni anni, non so più nulla di Joaquin De Genaro, avendolo perso di vista – in verità, è scomparso senza lasciare traccia… »

Juan Peròn, l’uomo tanto amato, che aveva lo stesso nome del padre di Eva, Juan Duarte, le parla con tenerezza, quando ormai è già morta: «Evita fu intensa. Per questo non poté vivere di più. Si bruciò nella sua passione, nella sua propria energia, come le farfalle d’estate che si agglomerano vicino alla luce dei lampioni… Quanto tempo sei stata con me, Chinita?... dal ’44 al ’52. Sì, a pensarlo bene, sei stata solo otto anni, otto anni della mia lunga vita, otto anni di gloria, perché i miei anni con te furono la gloria. Dopo fu il dolore, l’esilio, la vecchiaia, nessuna gioia…»
Dunque, tra un destino che sembra già segnato, incontri per così dire casuali, impegno sociale e politico, e soprattutto un grande amore, si srotola la storia di Eva Duarte Perón, nata nel 1919, anno della morte di Amado Nervo e Rosa Luxemburg e ri-nata (nei documenti matrimoniali) nel 1922; morta a 33 anni (!) nel 1952, dopo che la sua agonia era stata seguita dal mondo intero…
Una menzione speciale, a mio avviso, è dovuta al traduttore che si è impegnato con coraggio, districandosi abilmente fra «romanzo – dramma – tetragramma – crisalide».

Luciana Grillo
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